sabato 8 novembre 2008

Obesità? Mai più...

Troppo bello per essere vero, verrebbe da dire. Ingurgitare patatine fritte, dolci, cioccolata e altre leccornie ad alto contenuto di grassi senza mettere su neanche un chilo. La speranza, è proprio il caso di dirlo in tempi di epidemia di sovrappeso e obesità, arriva da una nuova molecola messa a punto dai ricercatori francesi dell'ateneo francese Louis Pasteur. La sostanza, ingrediente di un farmaco sperimentale per ora noto solo come Srt1720, è 'cugina' del resveratrolo: il benefico ingrediente del vino rosso che fa bene al cuore. Srt1720 agisce su una proteina, la Sirt1, che ha il compito di combattere l'invecchiamento, spiegano gli scienziati su 'Cell Metabolism'. Il meccanismo è semplice: la molecola "inganna l'organismo, suggerendogli che il cibo ingerito è scarso e dunque è necessario intaccare le riserve di grasso per sopravvivere". Ma i risultati degli studi condotti sui topi hanno rivelano un altro inaspettato e benefico effetto. Il Srt1720 sembrerebbe infatti contrastare l'insulino resistenza, dunque diminuire i rischi di insorgenza del diabete. "Il tutto senza effetti collaterali apparenti", aggiungono i ricercatori che però avvertono: "Altre ricerche e sperimentazioni saranno necessarie prima di arrivare a un prodotto a uso e consumo umano". In ogni caso, topi alimentati con una dieta supergrassa non hanno guadagnato un etto grazie al Srt1720.

Fonte:AdnKronos

martedì 4 novembre 2008

Cassazione:va licenziato chi si fa timbrare il cartellino da un collega

Linea dura della Cassazione contro i dipendenti che si fanno timbrare il cartellino dai colleghi. Per i giudici del Palazzaccio, infatti, in casi del genere si perde il posto di lavoro. La Corte (sezione lavoro sentenza 26239/2009) sottolinea che il licenziamento, risulta aquo anche se all'azienda non deriva "un danno economico" giacchè è sufficiente il fatto che si sia realizzata una "lesione dei doveri di lealta'" nei confronti dell'azienda. E' stato così confermato il licenziamento di una dipendente che lavorava presso una clinica di Torino che aveva fatto timbrare il cartellino prima di essere entrata a lavoro avvalendosi della collaborazione di una collega. Ne era seguito l'immediato licenziamento disciplinare che veniva convalidato dal Tribunale di Torino e dalla Corte d'Appello. La donna si era rivolta alla Cassazione per chiedere l'applicazione di una sanzione piu' lieve considerato che la timbratura del cartellino fatta da un'altra collega non aveva comportato un danno economico all'azienda. La Corte ha respinto il ricorso sottolineando che "la ricostruzione dei fatti operata dal giudice di merito appare logica e coerente" giacchè, i giudici di merito hanno motivato facendo rifrimento alla "lesione del vincolo fiduciario a prescindere dal danno patrimoniale subito dalla societa'". Risulta dunque "congrua la sanzione irrogata vista la gravita' dell'addebito contestato".

(Data: 01/11/2008 8.58.00 - Autore: Roberto Cataldi)