sabato 8 novembre 2008

Obesità? Mai più...

Troppo bello per essere vero, verrebbe da dire. Ingurgitare patatine fritte, dolci, cioccolata e altre leccornie ad alto contenuto di grassi senza mettere su neanche un chilo. La speranza, è proprio il caso di dirlo in tempi di epidemia di sovrappeso e obesità, arriva da una nuova molecola messa a punto dai ricercatori francesi dell'ateneo francese Louis Pasteur. La sostanza, ingrediente di un farmaco sperimentale per ora noto solo come Srt1720, è 'cugina' del resveratrolo: il benefico ingrediente del vino rosso che fa bene al cuore. Srt1720 agisce su una proteina, la Sirt1, che ha il compito di combattere l'invecchiamento, spiegano gli scienziati su 'Cell Metabolism'. Il meccanismo è semplice: la molecola "inganna l'organismo, suggerendogli che il cibo ingerito è scarso e dunque è necessario intaccare le riserve di grasso per sopravvivere". Ma i risultati degli studi condotti sui topi hanno rivelano un altro inaspettato e benefico effetto. Il Srt1720 sembrerebbe infatti contrastare l'insulino resistenza, dunque diminuire i rischi di insorgenza del diabete. "Il tutto senza effetti collaterali apparenti", aggiungono i ricercatori che però avvertono: "Altre ricerche e sperimentazioni saranno necessarie prima di arrivare a un prodotto a uso e consumo umano". In ogni caso, topi alimentati con una dieta supergrassa non hanno guadagnato un etto grazie al Srt1720.

Fonte:AdnKronos

martedì 4 novembre 2008

Cassazione:va licenziato chi si fa timbrare il cartellino da un collega

Linea dura della Cassazione contro i dipendenti che si fanno timbrare il cartellino dai colleghi. Per i giudici del Palazzaccio, infatti, in casi del genere si perde il posto di lavoro. La Corte (sezione lavoro sentenza 26239/2009) sottolinea che il licenziamento, risulta aquo anche se all'azienda non deriva "un danno economico" giacchè è sufficiente il fatto che si sia realizzata una "lesione dei doveri di lealta'" nei confronti dell'azienda. E' stato così confermato il licenziamento di una dipendente che lavorava presso una clinica di Torino che aveva fatto timbrare il cartellino prima di essere entrata a lavoro avvalendosi della collaborazione di una collega. Ne era seguito l'immediato licenziamento disciplinare che veniva convalidato dal Tribunale di Torino e dalla Corte d'Appello. La donna si era rivolta alla Cassazione per chiedere l'applicazione di una sanzione piu' lieve considerato che la timbratura del cartellino fatta da un'altra collega non aveva comportato un danno economico all'azienda. La Corte ha respinto il ricorso sottolineando che "la ricostruzione dei fatti operata dal giudice di merito appare logica e coerente" giacchè, i giudici di merito hanno motivato facendo rifrimento alla "lesione del vincolo fiduciario a prescindere dal danno patrimoniale subito dalla societa'". Risulta dunque "congrua la sanzione irrogata vista la gravita' dell'addebito contestato".

(Data: 01/11/2008 8.58.00 - Autore: Roberto Cataldi)

mercoledì 1 ottobre 2008

Commissario firma potenziamento ospedali

Catanzaro, 30 set - Il Commissario delegato all'emergenza sanitaria in Calabria, Vincenzo Spaziante, ha firmato l'ordinanza con la quale vengono disciplinate le procedure operative per la realizzazione del programma di potenziamento dell'innovazione tecnologica delle Aziende ospedaliere di Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria. Entra cosi', spiega una nota, nella fase di concreta realizzazione quanto deciso nelle scorse settimane quando sono stati deliberati per le tre aziende ospedaliere complessivamente finanziamenti per 123 milioni di euro.

Proprio per dare la massima celerita' possibile all'iter di realizzazione delle opere, il Commissario Spaziante ha deciso di assumere direttamente tutte le responsabilita' connesse a tale attivita' rinunciando a nominare soggetti attuatori. Nell'ordinanza sono previste specifiche disposizioni per garantire sia il costante monitoraggio e controllo degli interventi, sia l'unificazione delle procedure di acquisto per i beni della medesima natura.

Fonte:Asca

sabato 20 settembre 2008

Medici contro Brunetta:no alle pagelle su internet

Una grande stupidaggine». Usa parole forti il presidente dell’Ordine dei Medici di Udine, Luigi Conte, per bollare la proposta avanzata dal ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, che vuole pubblicare su Internet i curricula dei chirughi, affinchè la gente si renda conto di persona se questi sono bravi o meno. «L’iniziativa - polemizza Conte - ricalca quella della lotta contro i fannulloni: risponde soltanto a esigenze di carattere mediatico». Il presidente rincara la dose: «L’esperienza curriculare non è sufficiente a stabilire, di per sé, le capacità tecniche del singolo professionista, tanto meno la sua sensibilità a entrare in sintonia con il paziente».

Come se non bastasse, il presidente dei camici bianchi friulani rileva quella che sarebbe un’enorme svista che sta a monte delle dichiarazioni del ministro: «Le uscite di Brunetta non tengono conto di una peculiarità del sistema sanitario nazionale che è in massima parte pubblico: il paziente sceglie la struttura in cui vuole essere curato, non certo il singolo chirurgo. Questo dimostra una certa ignoranza da parte dei rappresentanti delle istituzioni che dovrebbero conoscere tutti i meccanismi».

La requisitoria di Conte non si ferma qui: «Si vuole ancora una volta stigmatizzare alcuni casi di cosiddetta mala sanità che di certo non si sconfigge mettendo in rete i curricula dei dottori o criminalizzando certe strutture sanitarie». Secondo il presidente dei medici «si deve ricordare che in massima parte ci sono carenze di tipo organizzativo che provocano gli episodi di cattiva sanità». Definisce «truculento» il linguaggio usato dal ministro.

Nessuna propaganda a spese della categoria, mette le mani avanti il presidente. «Vuole farsi propaganda il ministro?», si domanda Conte. «Ma non certo ricorrendo a questa demonizzazione». Quanto poi all’associazione chirurghi uguale macellai Conte stoppa qualsiasi facile equiparazione e va al contrattacco: «Tanti chirurghi fanno bene il loro dovere e non sono certo dei macellai. Noi rigettiamo il linguaggio del ministro e se dovessimo metterci sullo stesso piano, allora dovremmo proporre un test alcolometrico o tossicologico anche ai ministri».

martedì 26 agosto 2008

Anziano rifiutato da ospedali:sospeso medico di Cosenza

Cosenza, 22 ago. (Adnkronos) - Un medico dell'ospedale civile Annunziata di Cosenza e' stato sospeso dal direttore generale dell'Azienda ospedaliera di Cosenza Cesare Pelaia per il caso del 78enne con un aneurisma in corso che e' stato rifiutato da 11 ospedali, tra cui quello di Cosenza, per poi ricevere le cure adeguate ad Andria (Bari). La decisione e' stata presa al termine dell'incontro convocato dall'assessore regionale alla sanita' Vincenzo Spaziante con i dirigenti dei nosocomi calabresi interpellati per la gestione dell'emergenza. Altre due sanzioni disciplinari sono in corso nei confronti di altrettanti dirigenti sanitari dell'azienda ospedaliera bruzia. Sulla questione Pelaia non ha voluto rilasciare commenti, limitandosi a dire che ''e' un provvedimento cautelare, molto delicato''.

mercoledì 20 agosto 2008

Ospedali finanziati e mai realizzati

Centinaia di ospedali in tutta Italia finanziati e mai inaugurati.

Sono infatti 126 gli ospedali progettati e finanziati ma mai entrati in funzione.

A rivelarlo, un’inchiesta de Il Gazzettino, che svela una realtà fatta di sprechi, soprattutto nel Sud del Paese. Dall’indagine emerge che il l 75% di queste strutture, realizzate solo sulla carta, sono dislocate nelle regioni del Sud. Fra le varie strutture ospedaliere mai nate, 34 si trovano in Sicilia. Per questo assurdo spreco di denaro, ogni cittadino del Veneto, compresi i neonati, paga ogni anno 54 euro per sostenere i passivi prodotti dalla sanità delle regioni del Mezzogiorno. Stesso fenomeno, ma in proporzioni minori, nel Centro e al Nord, che hanno una percentuale di ospedali finanziati e mai realizzati rispettivamente del 14% e dell′11%.

Fonte:consorzioparisifal

domenica 10 agosto 2008

19enne morta dopo granita

© APCOMLamezia Terme (CZ), 9 ago. (Apcom) - I genitori della ragazza diciannovenne morta ieri a Nocera Terinese (CZ) dopo aver mangiato una granita hanno presentato una denuncia alla Procura di Lamezia Terme (CZ) tramite i Carabinieri.
Antonella Vergori - questo è il nome della ragazza - è morta per arresto cardiaco dopo l'arrivo dei soccorsi. Nella denuncia, i genitori, anche sulla base di un articolo apparso stamane su Il Quotidiano della Calabria, chiedono che venga verificato se il defibrillatore in dotazione all'ambulanza del servizio 118 che ha prestato soccorso alla ragazza, aveva veramente le batterie scariche come ha scritto il Quotidiano della Calabria. Qualora, infatti, l'ipotesi fosse reale, sarebbe venuto a mancare uno strumento indispensabile per stimolare il cuore di Antonella Vergori. Sulla base della denuncia presentata dalla famiglia Vergori, la Procura di Lamezia Terme ha aperto la relativa inchiesta.

lunedì 4 agosto 2008

Cassazione:medico asl favorisce studio privato?Scattano le manette

Lo specialista di una ASL che indirizza i pazienti presso un ambulatorio privato perche' la struttura sanitaria per cui lavora non ha le apparecchiature necessarie per gli accertamenti, rischia una condanna penale. Parola di Cassazione. Secondo i Giudici del Palazzaccio (Sentenza n. 27936 del 2008) lo specialista anche nel caso in cui vi siano delle carenze nelle dotazioni strumentali della ASL, deve indirizzare i pazienti in altre strutture pubbliche della città. Favorire il privato, infatti, secondo la Corte, integra gli estremi del reato di abuso d'ufficio e si rischiano per questo fino a tre anni di carcere. La sesta sezione penale della Corte analizzando il caso specifico ha rilevato che l'interesse privato del medico e' entrato in conflitto con quello pubblico, "atteso che quand'anche le attrezzature dell'ospedale non avessero consentito l'esecuzione dell'esame diagnostico, nulla autorizzava il camice bianco ad indirizzare i pazienti al suo studio privato".

sabato 2 agosto 2008

Servizio di cardiochirurgia

Ancora una volta il Presidente della Provincia di Cosenza, on. Mario Oliverio, torna a sollecitare l’istituzione di un Servizio di Cardiochirurgia a Cosenza.
Lo fa tramite una lettera inviata al Presidente della Regione Calabria, on. Agazio Loiero e all’Assessore alla Sanità, Vincenzo Spaziante.

“Da più tempo –scrive Oliverio a Loiero e Spaziante- ho posto all’attenzione della Regione e, in particolare, degli assessori regionali alla sanità che si sono succeduti nel tempo, l’esigenza che nella città capoluogo della provincia di Cosenza possa essere attivato un Servizio di Cardiochirurgia.
Ritengo sia ormai maturo il tempo di effettuare scelte chiare e coraggiose per la costruzione di un sistema sanitario altamente qualificato e ben articolato sul territorio, i cui parametri di dislocazione dei servizi siano oggettivi e tengano conto della popolazione residente, dell'estensione territoriale e della presenza di specifiche patologie”.

“Una grande provincia come quella di Cosenza che con i suoi 750.000 abitanti rappresenta il 42% della popolazione dell'intera Calabria, in cui opera un presidio ospedaliero regionale che copre quotidianamente le necessità di un territorio che è oltre il 40% di quello dell'intera regione e che è punto di riferimento per l'intera rete degli ospedali distribuiti sul territorio della provincia –prosegue il Presidente della Provincia di Cosenza- non può continuare a rimanere priva di un servizio così importante. Migliaia sono i cittadini della nostra provincia che ogni anno sono costretti a recarsi altrove e notevole è il numero dei casi in cui un intervento pronto e tempestivo è condizione per salvare la vita”.

“Proprio in relazione a questi dati – aggiunge Oliverio- in questi giorni è in atto una comprensibile mobilitazione da parte dei Comuni, delle forze sociali e degli amministratori locali, a partire dal Consiglio Comunale della città-capoluogo, che chiedono a gran voce l’immediata istituzione del Servizio di Cardiochirurgia.
Sono certo, pertanto, di interpretare il sentimento comune e diffuso di sindaci, amministratori locali e cittadini se affermo che non è più procrastinabile una scelta così importante e decisiva per la salvaguardia della vita e della salute dei cittadini dell’intera provincia di Cosenza”.

“Se a ciò si aggiunge che in questi mesi sono state avviate intense relazioni tra l’Azienda Ospedaliera di Cosenza ed esperienze importanti come il “S. Anna Hospital” già operanti nella città di Catanzaro insieme ad altre qualificatissime ed eccellenti strutture –conclude il Presidente della Provincia- ritengo di poter affermare che è finalmente giunto il momento di sciogliere dubbi, perplessità ed incertezze ed operare una scelta netta e definitiva a favore dell’istituzione di un Servizio di Cardiochirurgia nella città di Cosenza”.

giovedì 31 luglio 2008

Calabria:la giunta nomina Guerzoni dirigente generale dipartimento salute

(ASCA) - Catanzaro, 28 lug - La Giunta regionale della Calabria, riunitasi, a Palazzo Alemanni di Catanzaro, sotto la presidenza di Agazio Loiero, ha nominato, si legge in una nota, Andrea Guerzoni, da circa sette mesi direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale di Crotone, Dirigente generale del Dipartimento Tutela della Salute. Guerzoni sara' sostituito al vertice dell'Asp crotonese da Domenico Scuteri.

''La scelta che ha fatto l'Esecutivo - ha detto l'assessore alla Sanita' Vincenzo Spaziante - e' stata indirizzata verso una persona che, quando fu nominato dg dell'Asp di Crotone, vantava un ottimo profilo professionale.

Il tempo che ha passato al vertice dell'azienda ci ha consentito di verificare, direttamente sul campo, che la professionalita' gia' nota ha avuto un riscontro operativo positivo''.

''Il dottor Guerzoni - ha aggiunto Spaziante - ha avuto modo di dimostrare, concretamente, sia i suoi meriti professionali, sia una grande capacita' di inserimento in un contesto a lui sconosciuto e sia doti di grande equilibrio, serenita' e indipendenza di giudizio. Quella che ha appena fatta la Giunta, quindi, e' una scelta attentamente meditata e costruita su una comprovata capacita' operativa. La sua nomina costituisce conferma della validita' della scelta fatta sette mesi fa e siamo sicuri che le qualita' gia' dimostrate saranno di grande utilita' nell'assolvimento di un impegno di ancora piu' elevata responsabilita'''.

E' stata proprio la qualita' del lavoro svolto a Crotone dal dottor Guerzoni ad indurre la Giunta regionale a non sguarnire la direzione dell'Asp, dove ha voluto mantenere una continuita' ed un elevato livello di professionalita'. A tale scopo la scelta e' caduta sul dottor Domenico Scuteri del quale sono state sperimentate, nei tre mesi in cui ha diretto il settore amministrativo dell'assessorato regionale, l'effettiva esperienza e la concreta validita' a saper gestire ruoli di enorme delicatezza. ''Anche in questo caso - ha sostenuto l'assessore Spaziante - si e' trattato di una decisione preceduta da un periodo di produttiva sperimentazione. Proprio al fine di mantenere la necessaria continuita', il nuovo dirigente generale Scuteri potra' utilmente avvalersi della collaborazione del direttore amministrativo e del direttore sanitario che lavoravano con Guerzoni a Crotone e che con lui hanno realizzato un ottimo lavoro di squadra''.

''Mi sembra che le scelte fatte dalla Giunta - ha concluso Spaziante - rispondano a un metodo proficuo che premia capacita' sperimentate e quel gioco di squadra che costituisce condizione indispensabile per una ripartenza efficace nell'organizzazione e nella gestione del nostro sistema sanitario regionale che si fonda sulla qualita' delle persone e sulla loro capacita' di lavoro, lasciando fuori della porta ogni motivazione di natura diversa''.

mercoledì 23 luglio 2008

Avvocati in corsia

Anche gli avvocati arrivano in corsia. A Torino, proprio come accade negli Stati Uniti gli avvocati entrano in ospedale per offrire la propria assistenza o per promettere risarcimenti. E' quanto riferisce "La Stampa" raccontando quanto "succede alle Molinette, terzo ospedale d'Italia, dove e' comparsa per la prima volta (e a tappeto) la pubblicita' di uno studio legale". Il noto quotidiano torinese spiega nel suo servizio che "Giorni fa su diverse bacheche all'ingresso principale e lungo i corridoi sono state affisse le re'clame di uno studio associato: il Negozio giuridico, via San Secondo 5/G". "Nel nostro negozio giuridico -si legge sulla pubblicita'- troverete avvocati esperti in separazioni, divorzi, sinistri...". Anche se non si fa riferimento a questioni di malasanità, il luogo non sembra sia stato scelto a caso. "Da novembre ad oggi -spiegano le due titolari - abbiamo gia' seguito una decina di cause di presunta malasanita'. Il cittadino che pensa di aver subi'to un danno dalla Sanita' si trova spesso abbandonato a se stesso". L'iniziativa non è piaciuta ai medici dell'ospedale torinese che l'hanno tolta da tutte le bacheche. La re'clame però è rispuntata lungo il corridoio dell'ingresso principale.

mercoledì 16 luglio 2008

Sprechi e scandali in corsia:una torta da 100 miliardi

Appalti, tangenti e lottizzazioni:
oltre tremila amministratori
accusati di corruzione
PAOLO BARONI
ROMA
Più denaro gira, più potere c’è da spartire e più il crimine impazza. Corruzione, tangenti, scandali politici, infiltrazioni mafiose e camorristiche nella sanità sono all’ordine del giorno. E di pari passo crescono l’inefficienza e gli sprechi, le assunzioni clientelari sono la prassi, i diritti diventano favori mentre tra organizzazioni criminali e mondo politico nascono (o si consolidano) nuovi legami. I magistrati, in più occasioni, questo rapporto di scambio lo chiamano «coabitazione».

Una torta da 100 miliardi
Tra ospedali, esami, cure e terapie varie, il business oggi vale 100 miliardi di euro, quasi il 7% della ricchezza del Paese, in media il 53% della spesa delle regioni con punte del 70-80%. Insomma è il naturale terreno di coltura della corruzione. «Appalti e convenzioni - denuncia Teresa Petrangolini, segretario generale di Cittadinanza Attiva - scatenano appetiti incredibili». Sarà un caso ma la fotografia delle regioni dove i conti della sanità sono in rosso, con poche eccezioni, è praticamente identica a quella dove si sono registrati gli scandali più vergognosi. Tangenti e sprechi, sprechi e tangenti vanno quasi di pari passo. Il pizzo si sposa alla raccomandazione, e fa un tutt’uno con l’eccesso di posti-letto e gli abusi sulle degenze. La Sicilia di Totò Cuffaro, che ancora l’anno passato perdeva mezzo miliardo di euro, la Campania degli ospedali controllati dalla camorra (-697 milioni), il Lazio di «Lady Asl» (-1,4 miliardi, su un bilancio di 9,3), ovviamente l’Abruzzo dove è appena scoppiato il caso Del Turco (-117 milioni), in prima fila.

Il regno della corruzione
Secondo la relazione presentata a fine 2007 dal Commissario anticorruzione tra il 2006 ed il 2007 su 6.752 persone denunciate per corruzione nella pubblica amministrazione ben 3.219 operavano nel campo della sanità. Il record spetta alla Calabria con 1.491 denunce su 1.759, ed una quota del 22% sul totale delle segnalazioni raccolte dalla guardia di Finanza. La Regione dove ancora si ricorda l’omicidio Francesco Fortugno, che le indagini legano agli interessi della criminalità locale al business sanitario, spende ogni anno circa 3,1 miliardi di euro con un disavanzo di 24 milioni.

Tutt’altra situazione in Lombardia, dove il bilancio della sanità supera quota 16,1 miliardi di euro su un totale di 40 ed i conti sono in attivo (+9 milioni): nonostante questo, però, ben l’83% dei denunciati (622 persone su 745) ha commesso reati in campo sanitario. E anche qui gli scandali continuano a susseguirsi: da quello storico di Poggi Longostrevi, l’ex «re Mida» delle cliniche milanesi, che nel ‘97 coinvolse 300 persone, a quello di poche settimane fa che ha visto protagonista la clinica Santa Rita (14 arresti per 90 operazioni sospette e 5 pazienti morti).

Negli ultimi sei anni i bilanci regionali hanno prodotto almeno 30 miliardi di deficit solamente a causa degli sprechi prodotti negli ospedali e nelle cliniche, in pratica il valore di un’intera finanziaria. L’anno scorso solo otto regioni sono riuscite a chiudere con i conti in attivo: le più virtuose sono state Lombardia, Veneto, Emilia e Toscana. Tutte le altre sono finite in rosso. Tra il 2004 ed il 2007 il Lazio ha accumulato 7,5 miliardi di debito, 4,5 la Campania di Bassolino, 3 la Sicilia di Cuffaro ed oggi di Lombardo. Che non a caso come assessore alla Sanità nelle passate settimane si è scelto un magistrato, l’ex pm Massimo Russo.

Nel 2007 la Regione Sicilia ha speso la bellezza di 8,5 miliardi di euro per la sanità (su un totale di 14,6), un miliardo in più dell’anno prima. In pratica 1.711 euro per ogni abitante, 6.850 euro a famiglia. «E’ imbarazzante osservare che si tratta del 30% in più di quanto spende la Finlandia, uno Stato più grande dell'Italia e con un sistema sanitario pubblico tra i più efficienti al mondo» ha denunciato giorni fa il procuratore generale della Corte dei Conti, Giovanni Coppola. Un bilancio che dovrebbe assicurare un servizio di qualità svizzera, mentre invece i soldi vengono dispersi in mille rivoli: mantengono un esercito di dipendenti (47.970, di cui ben 12.800 dirigenti, e 11 addetti per ognuna delle 269 ambulanze in servizio) e soprattutto alimentano una marea di convenzioni esterne: 1.844, con un costo per le casse pubbliche di 1 miliardo e 100 milioni di euro.

La Mafia e le cliniche
Nell’isola risale ormai agli Anni Ottanta la «decisione strategica» di Cosa Nostra di indirizzare sempre di più le proprie attenzioni al comparto della sanità. Un’infinità di medici sono coinvolti in inchieste di ogni tipo sino ad arrivare al caso limite, quello dell’ex presidente della Giunta Totò Cuffaro condannato a 5 anni per favoreggiamento aggravato nell’inchiesta che ha visto come protagonista Michelangelo Aiello, imprenditore del ramo costruzioni sospettato di essere il prestanome del boss Provenzano, e titolare della clinica Santa Teresa. Il processo contro «le talpe» ha rivelato che Aiello e Cuffaro si incontrarono in un retrobottega di Bagheria per concordare assieme le tabelle dei rimborsi per i diversi tipi di prestazione.

Tra il 2003 ed il 2006 sono stati 15 i consigli comunali e le Asl sciolte in Sicilia per infiltrazione mafiosa, 12 in Calabria e 14 in Campania. Regione che vanta il primato assoluto: visto che è stata la Asl4 di Pomigliano ad essere decapitata per prima a fine 2005. Stessa sorte è toccata alla Asl9 di Locri, in Calabria. Di scandalo in scandalo si arriva alla Puglia, dove l’ex presidente Raffaele Fitto è indagato assieme all’editore di «Libero» e del «Riformista» Gianpaolo Angelucci per una presunta tangente da 500 mila euro versata dal gruppo Tosinvest in cambio di un appalto da 55 milioni di euro e dove un direttore generale dell’Asl, quello di Taranto, è stato da poco condannato in primo grado per uno scandalo legato agli appalti.

La questione ambientale
«E’ una questione di ambiente: il pubblico diventa ad uso dei privati - spiega Petrangolini -. Spesso si dice che lo sforzo più grande un funzionario lo fa per ottenere l’assunzione, dal quel momento in poi non lavora più, si dedica solo a riempirsi le tasche. Il caso di Lady Asl è significativo: con le tangenti si arricchiva il singolo funzionario e poi veniva finanziato un intero sistema di potere». Passano gli anni, cambiano le giunte, ma il malaffare continua: nelle stesse ore in cui in Abruzzo arrestavano Del Turco nella capitale lunedì finivano in manette 5 tra imprenditori e funzionari dalla AslRmC, quella dove nel 2006 aveva colpito proprio Anna Giuseppina Iannuzzi. Allora si trattava di false prestazioni, oggi l’inchiesta riguarda un appalto da 21 milioni per il servizio informatico.

(Ha collaborato Giulia Palmieri)

martedì 15 luglio 2008

Sistema malato di clientelismo e sprechi diffusi

Appena un mese fa la "clinica degli orrori" di Milano. Ieri la notizia della giunta abruzzese decapitata dalla Procura per presunte tangenti sanitarie. Ma anche, in strettissima coincidenza di tempi, quella di una gara d'appalto a Roma con affari d'oro per manager, funzionari e imprenditori. Nel bel mezzo, una Regione (il Lazio) commissariata anche se "solo" per mano del suo stesso governatore. E ancora Campania, Sicilia e Calabria che tra conti in rosso di Asl e ospedali e connessioni malavitose, sono seriamente candidate a un default annunciato.

Sembrano sempre più un bollettino di guerra i resoconti del Servizio sanitario nazionale. Naturalmente non dappertutto e non sempre con la stessa gravità e intensità. Ma le cronache restano quelle: bilanci che (non dappertutto) sprofondano o rischiano di precipitare in tempi rapidi, malaffare e corruzione diffuse, disfunzioni di governance, un sistema di potere che non vuol saperne di staccare la spina da quel formidabile generatore di affari e di potenziale clientelismo rappresentato da 100 miliardi di spesa pubblica per la salute e da almeno altri 30 miliardi che escono direttamente dalle tasche dei cittadini.

Che quanto sta accadendo sotto il cielo del Ssn sia una «nuova tangentopoli» (Di Pietro) o un nuovo «teorema» della magistratura (Berlusconi), lo sapremo quando la giustizia (auspicabilmente presto) farà definitivamente il suo corso. Ma non è (solo) questione di garantismo o meno. Quando i sintomi si ripetono e si diffondono, un buon medico non può chiudere gli occhi: servono una diagnosi e una terapia. E per quel paziente ormai patologico che rischia di diventare il nostro Ssn, diagnosi e relativa terapia hanno ormai carattere d'urgenza. Nella consapevolezza che quel bene prezioso che va sotto il nome non sempre meritato di «universalismo sanitario», figlio di un welfare d'altri tempi, va difeso con le unghie e con i denti dai soprusi e aggiustato per quel che serve. Altrimenti non ci resterà che la "non assistenza sanitaria" modello Usa.
La sensazione è invece che in Italia le soluzioni vengono prese tardivamente. E che nel difendere l'«universalità» del Ssn, troppe volte si finisce per rilasciare il salvacondotto a tutto e a tutti. Cambiare per non cambiare, i gattopardi che non muoiono mai.

Si prendano gli esenti dai ticket: veri e propri evasori, mascherati dietro false autocertificazioni. Tanto, chi non paga le tasse, non paga tutto il resto alla solidarietà pubblica. Ebbene, si racconta che il 50-60% degli italiani siano in qualche modo ticket-esenti, eppure assai poco finora è stato fatto per contrastare i soliti furbetti della no-tax area. Un emendamento del Governo ora cerca di stringere il cerchio, grazie alla tessera sanitaria e alle maggiori informazioni di cui si dispone: ma ci voleva davvero tanto per arrivare a questa soluzione? E ancora: mentre si scoprivano gli allegri rimborsi alle cliniche private per prestazioni fantasma, nessuno s'era posto il problema dei mancati controlli nella catena di comando complessiva della gestione del Ssn. Adesso (ben venga) si è scoperto che i controlli erano per legge praticamente nulli e si vuole portarli almeno al 10 per cento.

Ora, è chiaro che i ticket non piacciono a nessuno: al cittadino che li paga e all'amministratore che teme di pagarne un prezzo politico. Ma per evitarli, i ticket, serve in ogni caso una gestione sopra ogni sospetto. Solo così si potrà salvare il salvabile dell'«universalità» della nostra sanità pubblica. Perché poi cominciano le danze del federalismo fiscale e allora sì che la sfida dell'«universalismo» rischia di essere persa. Definitivamente.

Fonte:il sole24ore.it

giovedì 26 giugno 2008

In aumento le chiamate al "118" in Calabria

L'ondata di caldo che sta coinvolgendo anche la Calabria ha portato ad un'impennata dei soccorsi da parte del servizio di emergenza sanitaria e dei pronto soccorsi. In particolare, a Catanzaro, le chiamate alla centrale operativa del 118 sono triplicate rispetto ai giorni precedenti, soprattutto per via delle richieste di intervento da parte di persone, anziani in particolare, colte da malore per le alte temperature. Nella giornata di oggi la temperatura nel capoluogo calabrese si e' stabilizzata intorno ai 35 gradi. Molte anche le chiamate al centralino dei vigili del fuoco per gli incendi, di proporzioni ridotte, su tutto il territorio provinciale. (AGI)

sabato 7 giugno 2008

Cassazione:va rispettato il tempo libero dei lavoratori

Occorre garantire maggiore rispetto per il tempo libero dei lavoratori. E' quanto afferma la Corte di Cassazione (sentenza 12962/2008) ricordando che anche i lavoratori che non hanno un contratto di lavoro 'part-time' hanno diritto di essere avvisati per tempo dei cambi di turno. Se non si rispetta questa naturale esigenza si finisce per ledere la dignita' del lavoratore tutelata dall'art. 32 della Costituzione. E' stato così accolto il ricorso di un gruppo di conducenti di autobus di una azienda privata che "erano in grado di conoscere preventivamente la turnazione relativa a sole dieci giornate mensili, mentre per le rimanenti 16 giornate venivano a conoscenza del turno assegnato solo il giorno precedente a quello di svolgimento della prestazione lavorativa". Secondo la Corte "anche per i rapporti a tempo pieno, il tempo libero ha una sua specifica importanza stante il rilievo sociale che assume lo svolgimento, anche per il lavoratore a tempo pieno, di attivita' sportive, ricreative, culturali, sociali, politiche, scolastiche...". Il danno lamentato dai lavoratori era sostanziamente quello di non potere organizzare il proprio tempo libero. In primo grado, il Tribunale aveva dato ragione ai lavoratori, mentre la Corte d'Appello aveva ribaltato la decisione sostenendo che trattandosi di rapporti di lavoro " a tempo pieno", nessuna norma di legge o di contratto prevedeva che i lavoratori dovessero sapere con largo anticipo l'orario dei turni. Di diverso avviso la Corte di Cassazione che, accogliendo il ricorso dei lavoratori, ha ricordato che "anche una comunicazione del turno di lavoro avvenuta soltanto il giorno precedente" puo' rledere la dignita' del lavoratore. E ciò anche se il contratto prevede il "tempo pieno" posto che "le esigenze di programmabilita' del tempo libero, ravvisate espressamente dal legislatore nell'ambito del rapporto di lavoro part-time, sussistono, anche se in maniera meno pressante, all'interno del rapporto di lavoro a tempo pieno". Spetta ora alla Corte d'appello di restituire ai dipendenti il giusto compenso per "ogni giorno effettivo di turno in disponibilita'" sottratto alle "ore di svago" o, anche, "nel caso in cui non sia prevista una clausola di esclusiva, di un secondo lavoro".

sabato 31 maggio 2008

San Giovanni in Fiore:sindaco,reparti a rischio

(AGI) - San Giovanni in Fiore (Cosenza), 29 mag. - “Alcuni reparti dell’ospedale civile di San Giovanni in Fiore rischiano di essere chiusi, ci sono emergenze che ciclicamente tornano creando attesa, ansia, alimentando il senso della sfiducia dei cittadini. Per troppo tempo non abbiamo ricevuto risposte concrete alle esigenze sanitarie di questo territorio, ma c’e’ anche necessita’ di una programmazione piu’ generale che investa la sanita’ sangiovannese. Una prima soluzione tampone per pediatria e ginecologia e’ stata trovata, ora bisogna guardare pero’ in avanti per trovare soluzioni definitive”. Cosi’ il Sindaco di San Giovanni in Fiore Antonio Nicoletti a proposito delle problematiche inerenti la sanita’ locale . Con questi presupposti e’ stato programmato un Consiglio comunale aperto che si svolgera’ nella citta’ florense sabato 31 alle ore 16 con la presenza del Direttore Generale dell’Asp di Cosenza, Pietramala. Saranno presenti i rappresenti istituzionali della citta’, gli operatori sanitari, i sindacati e le rappresentanze sindacali unitarie e di categoria, i cittadini. Si trattera’ di un momento importante per comprendere quali sono i disegni dell’azienda e portare avanti le proposte di riqualificazione costruite dall’Amministrazione locale . “Dovremo avere il coraggio di fare una disamina franca, - afferma il primo cittadino - con onesta’ bisognera’ dirsi che cosa vogliamo, trovando il coraggio finalmente di pensare alla necessita’ che anche dall’interno, nella stessa struttura ospedaliera si cambi pagina. Siamo consapevoli dell’importanza che riveste l’ospedale in questo territorio e siamo convinti che anche a livello regionale c’e’ l’intenzione di salvaguardare strutture come la nostra, ma oggi abbiamo bisogno di passare ai fatti. Siamo fortemente impegnati nell’azione di difesa dell’ospedale e siamo anche consapevoli che c’e’ bisogno comunque di rilanciare, semmai rimodulando la formula. La nostra volonta’ - conclude Nicoletti - e’ quella di costruire una nuova stagione che vada incontro ai bisogni dei cittadini che hanno il diritto di avere sul territorio certezze di cure adeguate”. (AGI)

venerdì 25 aprile 2008

Sanità, in Calabria irregolari 36 ospedali su 39

Catanzaro, 23 apr. - (Adnkronos) - La relazione della commissione d'inchiesta sulla sanita' nominata dal ministro Livia Turco restituisce dati preoccupanti sulla realta' calabrese. Trentasei ospedali su trentanove presentano irregolarita' su diversi fronti, come pubblicato oggi dal 'Sole 24 Ore' e da 'Calabria Ora'. ''E una relazione amara che puo' non piacere ma e' una fotografia realistica del sistema sanita' in Calabria'' ha commentato il presidente della Giunta regionale, Agazio Loiero, che si dice tutt'altro che sorpreso dei risultati. I dati sono stati raccolti dalla commissione presieduta dal prefetto Achille Serra prima e da Silvana Riccio poi, dopo la candidatura di quest'ultimo nella lista del Pd alle elezioni politiche.

''I calabresi e' giusto che sappiano - ha agginto il presidente - non solo e non tanto per l'attribuzione di eventuali responsabilita' politiche, ma perche' il processo di miglioramento avviato non sara' indolore. Avere secretato il documento, d'altronde, non poteva certo secretare un realta' sotto gli occhi di tutti''. Loiero spiega quindi la sua ultima scelta all'assessorato regionale alla Sanita': ''Avere affidato a un tecnico di valore come Vincenzo Spaziante, la cui gestione e' stata apprezzata dalla stessa commissione dire che non ci sfugge la gravita' della situazione. La scelta di Spaziante, che proviene dalla Ragioneria dello Stato, e' scaturita dalla volonta' di riportare al controllo molecolare della Regione i bilanci delle Aziende sanitarie che apparivano fuori controllo, con disavanzi insopportabili''.

''Alcune questioni - ha concluso Loiero - come quelle della costruzione di quattro nuovi ospedali, Spaziante le sta affrontando con grande decisione nella sua qualita' di commissario per l'emergenza. Altre le stiamo affrontando con impegno in Giunta e sono certo che il Consiglio regionale fara' la sua parte. La relazione della commissione, in questo contesto, rientrera' nel programma di azione che stiamo portando avanti''.

Fonte:Adnkronos

venerdì 11 aprile 2008

4000 medici Calabresi avviano class action

“Sono circa 4.000 in Calabria i medici che si sono specializzati negli anni dal 1982 al 1991 e non hanno avuto i circa 40.000 euro ciascuno che la legge europea attribuiva loro come diritto assoluto e che ora si avviano, come una vera e propria class action che stabilisce il guinness della piu’ grande vertenza collettiva mai avviata in Italia, a sbancare le casse dello Stato in Tribunale”. LO comunica il Codacons regionale. “La Direttiva Comunitaria del 1982 (82/76 CEE) aveva stabilito, come e’ noto, - spiega una nota - in favore dei medici il diritto di ricevere una “adeguata remunerazione” per il periodo di specializzazione svolto, periodo in cui i medici hanno lavorato praticamente gratis nelle corsie degli ospedali universitari. Tale Direttiva, recepita in Italia solo nel 1991 (con il D.Lgs. 8 agosto 1991, n.257) limitatamente agli specializzati iscritti ai corsi a partire dall’anno accademico 91/92, ha previsto l’importo di £21.500.000 per ogni anno di specializzazione, senza nulla riconoscere ai medici immatricolatisi alla specializzazione negli anni accademici che vanno dall’82/83 al 90/91. La Corte di Giustizia Europea, con sentenza del 25/02/1999, e con successiva sentenza del 31/10/2000, ha affermato il diritto alla remunerazione anche in favore dei medici che hanno svolto il corso di specializzazione dopo il 1982, termine ultimo fissato dalla citata Direttiva comunitaria, per conformarsi ad essa da parte di ciascun Stato. Sulla scorta di tali sentenze della Corte di Giustizia, anche i nostri giudici, con sentenze anche della suprema Corte di Cassazione, hanno riconosciuto il diritto dei medici italiani che hanno frequentato le scuole di specializzazione tra gli anni 82/83 e 90/91, ad ottenere dallo Stato italiano il pagamento ad “una adeguata remunerazione” (Cfr Sent. Cass., III Civile, 7630/2003; Cass., Sez. III, n. 3283/08; Tribunale Civile di Roma, Sez. II, n. 24828/2006; CDS sez.sesta, 4954/04 e altre). Sicche’ gia’ un migliaio di medici gia’ hanno avuto ragione e hanno percepito i soldi sottratti con gli interessi. Ora anche in Calabria il CODACONS scende in campo e avvia la piu’ grande azione giudiziaria collettiva per circa 4.000 medici della regione rimasti senza compenso al fine di far avere loro quanto spettante. Per aderire basta inviare una mail all’indirizzo medici.specializzati@codacons.it e ricevere tutte le istruzioni su come procedere per far valere i propri diritti. Per parlare con un avvocato del CODACONS e avere maggiori informazioni si puo’ chiamare il numero 199.36.36.06 dalle 15.00 alle 18.00 dal lunedi’ al venerdi’. All’azione hanno gia’ aderito quasi 100 medici operanti in Calabria. Unica condizione per avviare la causa - conclude la nota - e’ quella di iscriversi alla associazione per il biennio 2008-09″. (AGI)

mercoledì 2 aprile 2008

Sicurezza sulle strade:l'Italia al penultimo posto in Europa

Gli italiani al volante sono nuovamente indisciplinati. A cinque anni dall’introduzione della patente a punti, infatti, cala il numero degli automobilisti che usano le cinture: la media nazionale è passata dall’83,5 per cento di metà 2003 al 64,6 per cento del 2007, con una perdita di 7 punti percentuali rispetto al 2006. E questo è solo uno dei dati più eclatanti contenuti nell’edizione 2007 del progetto Ulisse, promosso dal Ministero dei Trasporti e coordinato dall’Istituto superiore di Sanità, che dal 2000 si occupa di rilevare quanto i guidatori italiani di mezzi a quattro e a due ruote usino i dispositivi di sicurezza passiva, come casco e cinture di sicurezza. Introdotto in seguito alla raccomandazione della Commissione europea 2004/345/CE del 6 aprile 2004 relativa all’applicazione della normativa in materia di sicurezza stradale, il sistema Ulisse rileva anche l’utilizzo del telefono cellulare durante la guida, le modalità di trasporto dei bambini o l’obbligo di accendere i fari di giorno sulle strade extraurbane. A svolgere il lavoro sul campo centinaia di persone che si prestano su base volontaria e gratuita, reclutate fra il personale di Asl, Istituto superiore di Sanità e uffici territoriali della Motorizzazione, coadiuvate da associazioni di volontariato. Che hanno fotografato la realtà di un Paese disposto ad acquisire comportamenti virtuosi, ma pronto a perdere in fretta la buone abitudini. Come nell’utilizzo della cintura di sicurezza, il cui picco è stato proprio nel 2003, al momento dell’introduzione della nuova normativa sulla patente. Mentre dall’anno scorso l’Italia si trova al penultimo posto in Europa nella classifica continentale dei guidatori con la cintura regolarmente allacciata. Non solo. Consultando i valori per di guidatori con cinture allacciate per singola regione, si nota come a Liguria e Veneto, in testa con una percentuale di utilizzo rispettivamente del 91,3 per cento e 89,1 per cento, si affiancano regioni decisamente indisciplinate, in particolare Molise, maglia nera con il 35,8%, seguito dalla Sicilia col 37,4 per cento e dalla Calabria col 39. Questione meridionale che si ripropone anche nell’uso del casco, con differenze ancora più marcate: valori compresi fra il 97 e il 100 per cento, a fronte di alcune province del Sud dove la percentuale dei motociclisti che lo indossano scende notevolmente – nonostante le virtuose eccezioni di Matera col 97,3 per cento e di Cagliari col 95,0 per cento – per arrivare a valori prossimi allo 0 per cento, soprattutto in città di piccole dimensioni. Sulla percezione del rischio, se alcuni non indossano la cintura per timore di rimanere intrappolati nella vettura in caso di incidente, il rischio emergente più grave e meno percepito dagli italiani riguarda l’uso del cellulare. Secondo i risultati – ancora in fase sperimentale – delle rilevazioni svolte nel 2007 a Milano, Norcia, Gubbio, Cagliari, Roma e Bologna, dai due ai quattro italiani su 100 guidano conversando al cellulare, senza vivavoce ne auricolare.
Antonio Vanuzzo

lunedì 31 marzo 2008

Dal volontariato:una scossa e la vita continua

Nel dicembre del 2005 viene avviato a Crotone e in tutta la provincia un progetto di Defibrillazione Precoce denominato “Hera heart – Una scossa per la vita allo scopo di migliorare la sopravvivenza nell’arresto cardiaco improvviso extra- ospedaliero.

Il progetto ideato e realizzato dagli infermieri e dai medici del SUEM 118, questi ultimi, fondatori dell’associazione Esculapio Medica Kroton, ha visto la luce anche grazie alla collaborazione logistica ed economica dell’Ente Provincia di Crotone ed il contributo fattivo di Associazioni di Volontariato quali La Misericordia di Isola Capo Rizzuto e la Croce RossaItaliana e il Comune di Cutro che hanno acquistato i defibrillatori.

Ricordiamo che i Defibrillatori Automatici Esterni ( DAE ) sono delle macchine che in caso di arresto cardiaco possono,erogando una scarica elettrica , far ripartire il cuore. Possono essere usati da chiunque purchè adeguatamente addestrato ed autorizzato.
E’ quello che è stato fatto e si continua a fare a cura degli infermieri e dei medici struttori dell’Esculapio e del 118 di Crotone. Ieri il frutto di questo impegno collettivo.
Nel pomeriggio del 16/3/2008 in località Le Castella, frazione di Isola Capo Rizzuto,i volontari della Misericordia Bova Domenico e Varca Domenico hanno utilizzato con successo il DAE in loro possesso.
La Centrale operativa 118 di Crotone, allertata per un arresto cardiaco,ha attivato il cosiddetto CODICE BLU cioè l’invio del DAE più vicino al luogo dell’evento contemporaneamente all’ambulanza medicalizzata in partenza da Crotone.
Sul posto i volontari della misericordia hanno trovato una signora in arresto cardiaco che veniva assistita mediante massaggio cardiaco e ventilazione artificiale dal dott. Francesco Mercurio.
Applicate le placche del DAE sul torace della signora,e seguendo le indicazioni vocali fornite dal DAE erogavano la scarica elettrica che consentiva il ripristino dell’attività cardiaca e del respiro spontaneo.
E’ questo un classico esempio di come le professionalità di ciascuno e le capacità di ognuno possono integrarsi a meraviglia garantendo il successo delle azioni intraprese.
Non insisteremo mai abbastanza circa la necessità dello sviluppo del Volontariato sul nostro territorio.
Siamo ancora ben lontani dal raggiungere gli standards medi di tante altre province italiane,ma qualcosa si muove anche nella nostra provincia.
Faticosamente le barriere del disinteresse si frantumano grazie alla volontà di quanti fanno del loro tempo libero un’occasione di impegno solidale e arricchimento umano.
Come Associazione e come operatori del Suem 118 il nostro grazie di cuore ai volontari che quotidianamente lavorano con noi aiutandoci concretamente nel nostro lavoro,certi che la loro disponibilità ed il nostro impegno siano il miglior viatico per consentire quei cambiamenti che possano sempre più fare assomigliare la nostra terra a quelle zone d’Italia spesso a torto o a ragione additate come esempi da seguire.

Fonte:118kr

martedì 25 marzo 2008

24 Marzo,giornata mondiale della Tubercolosi

Nel 2006, nell’Europa a 27 Stati, sono stati registrati quasi 90 mila casi di tubercolosi. A livello globale, i nuovi casi sono stati più di 9 milioni. A scattare la fotografia sulla diffusione della Tbc nei paesi UE e in tutto il mondo, sono rispettivamente il rapporto del network Euro Tb della Commissione europea e il report annuale dell’Oms “Global Tubercolosis control 2008”, rilasciati in vista della Giornata mondiale della tubercolosi, che si celebra il 24 marzo.Negli ultimi decenni, la tubercolosi è andata diminuendo in Europa. L’eliminazione della malattia (fissata alla soglia di meno di un 1 caso su un milione) è però un obiettivo ancora lontano da raggiungere, ancora raggiungibile per l’UE a 15, e nel futuro possibile in tutte le nazioni UE con impegni concertati. Nel 2006, i casi di Tbc nei 27 Paesi europei sono stati 87.806, pari a circa 17,8 casi ogni 100 mila persone, in leggero calo rispetto ai 91.578 casi registrati nel 2005. Tuttavia, dal 2002 il tasso di malattia è diminuito solo del 4 per cento.Ci sono significative differenze geografiche nell’epidemia di tubercolosi. I paesi dell’est e delle regioni baltiche mantengono ancora i tassi più alti di malattia, anche se più bassi rispetto al passato. Nel’UE a 15 i tassi di Tbc sono generalmente bassi, ma non sempre in calo. In queste nazioni, le infezioni di Tbc colpiscono soprattutto le fasce più vulnerabili della popolazione, come gli immigrati provenienti da Paesi con un alta diffusione della malattia, le comunità nomadi, gli indigenti, i detenuti e le persone immunocompromesse, come i sieropositivi. In questi gruppi di popolazione i tassi di Tbc sono confrontabili a quelli dei Paesi con più alta incidenza.Per quanto riguarda il successo delle terapie, nel 2005 solo sette Paesi hanno raggiunto il target globale fissato dalla World Health Assembly (85 per cento di successo nei nuovi casi di Tbc). Con l’avanzare dell’età la probabilità di guarigione diminuisce, mentre aumenta il rischio di morte. Su richiesta del Commissario europeo della salute, il Centro europeo per la prevenzione delle malattie (Ecdc), ha pubblicato un piano d’azione specifico per la tubercolosi per migliorare il controllo della malattia e, in ultima istanza, debellarla.Il piano si propone quattro obiettivi fondamentali:
- assicurare a tutti i cittadini cure immediate e di qualità contro la Tbc
- rafforzare i sistemi sanitari
- sviluppare e mettere a punto nuovi strumenti
- costruire collaborazioni internazionali.

Fonte: Ufficio stampa ISS - EpiCentro 2008.

martedì 18 marzo 2008

La politica non nomini più i vertici aziendali

Giù le mani dei partiti dalla sanità. Questo l'impegno di Gianfranco Fini se il Pdl vincerà le elezioni.

Prima di affrontare la questione, l'ex ministro degli Esteri ha premesso: "Diremmo una bugia se dicessimo che in cinque anni di Governo abbiamo fatto tutto bene. Però, si può ancora riuscire a migliorare le cose. Si può spendere meglio iniziando a tagliare qualche ramo secco".

Detto questo, Fini è entrato nel cuore del problema sanità: "E' immorale, e lo dico prima di tutto al mio partito, che la politica nomini ancora i responsabili delle Aziende sanitarie. La malasanità non dipende dalla qualità dei medici ma dai criteri con i quali vengono selezionati alcuni primari mentre ai più bravi tocca restare in corsia".

Fonti:virgilio.it

mercoledì 12 marzo 2008

112,il servizio di emergenza europeo-Entro Dicembre anche a Crotone

Partirà da Salerno a luglio e si tratterà ancora di una fase di test. Il numero unico di emergenza, nel nostro paese, verrà attivato con 2 anni di ritardo

rispetto agli altri paesi membri dell'Unione.

Il servizio permetterà una maggiore efficienza negli interventi di emergenza su tutto il territorio europeo poiché eliminerà le attività non specifiche e focalizzerà le strutture sulle loro competenze primarie.

Il funzionamento è estremamente elementare e si basa su un semplice centralino digitale che convoglia al 112 le chiamate dirette ai numeri di emergenza già esistenti (112 - polizia, 113 - carabinieri, 115 - vigili del fuoco, 116 - soccorso stradale, 117 - guardia di finanza, 118 - emergenza sanitaria, 1515 - servizio antincendio boschivo e 1530 - soccorso in mare).

Il sistema automatico di Telecom Italia instraderà poi le chiamate deviandole verso le sale operative della Polizia di Stato e dei Carabinieri che provvederanno ad inviarle al presidio a competenza generale più prossimo (Commissariati di Polizia distaccati, Compagnie o Stazioni dei Carabinieri).

Perché ciò avvenga sarà ovviamente necessario digitalizzare le sale operative e la rete telefonica, mentre gli operatori telefonici saranno soggetti all’obbligo di fornire il servizio di localizzazione del chiamante sia da telefonia fissa (comune e indirizzo) che da telefonia mobile (coordinate geografiche).

L’Italia si allinea quindi alla direttiva europea, dopo che la Commissione aveva avviato una procedura d’infrazione per il mancato adempimento.

In attesa che tale sistema venga adottato su tutto il territorio nazionale, chi si trova in difficoltà e ha bisogno di aiuto potrà continuare a chiamare i numeri di emergenza esistenti, i quali non saranno aboliti e continueranno ad assolvere la loro funzione di pubblico soccorso.

Dopo Salerno, entro 150 giorni, il servizio sarà adottato dalle province di Imperia, Sassari, Perugia, Padova, Como, Torino, Crotone e Matera; entro 180 giorni toccherà a Caltanissetta, Caserta, Nuoro, Reggio Emilia e Varese. Successivamente, il servizio sarà esteso a tutto il territorio nazionale attraverso l'attivazione di otto province al mese.

giovedì 6 marzo 2008

Sanità:ok! alla stabilizzazione

CATANZARO. La Giunta regionale, che si è riunita lunedì mattina sotto la presidenza di Agazio Loiero, ha approvato una serie di provvedimenti tra cui i protocolli di intesa relativi alla stabilizzazione del personale precario del settore Sanità. PRESIDENZA Su proposta di Loiero viene trasferito al Dipartimento programmazione nazionale e comunitaria il compito di gestire le irregolarità nell’attuazione dei Por e di effettuare le relative comunicazioni agli organi competenti.

Fonte:giornaledicalabria.it

martedì 4 marzo 2008

Per le piccole emergenze nascono i punti di primo soccorso

Un forte dolore articolare, una distorsione, una piccola bruciatura: sono malanni dolorosi e fastidiosi, da affrontare subito, ma in sé non tanto gravi da doversi rivolgere al pronto soccorso, magari con il rischio di sobbarcarsi una lunga attesa.
E allora? La soluzione si chiama PPS, una nuova sigla che sta per "Punto di Primo Soccorso".
Ma che cos'è? "Non si tratta di un pronto soccorso, che è e resta l'unica struttura a cui rivolgersi in caso di vera urgenza, precisano dalla Ausl, ma pensiamo che il PPS sia in grado di fornire una risposta adeguata per tutte quelle patologie comunemente definite "lievi" o a "bassa complessità".

Fonte:arezzonotizie

sabato 9 febbraio 2008

Il buco nero della sanità Calabrese

Catanzaro, 8 feb. (Apcom) - Un buco nero nel quale le risorse finanziarie sono spese in modo errato e senza portare vantaggi al settore. Dalla relazione annuale del Procuratore generale regionale della Corte dei Conti calabrese, Cristina Astraldi De Zorzi, resa nota oggi a Catanzaro, emerge una sanità calabrese gestita senza il minimo rispetto dei canoni di legalità. Il Procuratore regionale ha affermato, tra l'altro, che "molti dei fondi destinati alla spesa sanitaria calabrese sono stati utilizzati in modo errato e senza portare vantaggi al settore".

Tra gli esempi di sprechi ed abusi "gli incarichi conferiti a personale estraneo alle aziende sanitarie, acquisti non autorizzati di apparecchiature medicali, la mancata utilizzazione di strutture ospedaliere già realizzate ed i mancati completamenti o ristrutturazioni; le irregolarità nella spesa causate dalla iperprescrizione di farmaci; gli indebiti compensi percepiti dai medici di base; le irregolari gestioni di case di cura convenzionate; le irregolarità sulle esenzioni dai ticket; le illegittime nomine fiduciarie di dirigenti apicali". Tra i casi più eclatanti, il Procuratore Astraldi De Zorzi ha ricordato le conclusioni di una indagine della guardia di finanza sulla gestione degli appalti da parte dell'Asl di Vibo Valentia, che ha rivelato "ingenti danni da mancata rescissione dei contratti e da mancata applicazione delle penali a fronte dei mancati adempimenti contrattuali degli appaltatori".

Anche il presidente della sezione giurisdizionale, Maria Teresa Arganelli, nella sua relazione ha evidenziato l'alta percentuale di danni erariali nel settore della spesa sanitaria "che, se da un lato può trovare una sua logica nella complessità delle attività facenti capo alle aziende sanitarie, dall'altro non può che suscitare allarme essendo a tutti ben noto che la non corretta utilizzazione delle disponibilità finanziarie si traduce in una minore qualità dell'assistenza sanitaria". Nel corso della sua relazione per la cerimonia di inizio anno giudiziario, Cristina Astraldi De Zorzi ha reso noto che la Procura regionale calabrese della Corte dei Conti ha aperto una indagine contabile per ognuna delle morti sospette avvenute negli ospedali calabresi.

Il Procuratore De Zorzi ha evitato di menzionare nomi e cognomi delle vittime di malasanità, limitandosi a ricordare che i casi riguardano gli ospedali di Vibo Valentia, Catanzaro (per il decesso di una bambina) e Cosenza, per il decesso di un bambino. "Per ognuno di questi fatti - ha spiegato - può configurarsi un danno erariale in occasione del risarcimento danni ai parenti delle vittime nel caso siano accertati errori sanitari".


martedì 5 febbraio 2008

Ambulanza dirottata:il paziente muore

PONTEDERA. L’ambulanza, partita da Cenaia dov’era intervenuta su una emergenza, era quasi arrivata all’ospedale Lotti a Pontedera quando dalla centrale del 118 (che ha sede proprio al Lotti) qualcuno ha chiesto all’equipaggio e al medico di cambiare direzione: dovevano trasportare il paziente, 79 anni, colpito da infarto, all’ospedale di Pisa. Una decisione che potrebbe essere stata fatale per il pensionato: è morto durante il tragitto verso il Santa Chiara. Inutili i soccorsi dei medici dell’ospedale pisano.
Una notte che i familiari del pensionato non potranno dimenticare e una morte che lascia aperti molti interrogativi sul soccorso che è stato prestato all’uomo, il quale aveva già avuto un infarto in passato. Il lungo intervento di emergenza, iniziato alle 3.30 della notte tra lunedì e martedì scorsi, è ora al centro delle indagini della Procura di Pisa e di una inchiesta interna, aperta dall’Azienda sanitaria, per valutare la dinamica dei fatti.
Il pensionato (del quale non indichiamo il nome su richiesta della vedova) si è sentito improvvisamente male. Quella notte l’uomo si è vegliato, sentiva che non riusciva a respirare bene. Ha chiesto aiuto ai familiari che immediatamente hanno telefonato al 118.
Sul posto è stata inviata un’ambulanza di tipo B, cioè un’ordinaria senza medico per valutare le condizioni del pensionato, colto dall’improvviso malore. Viste le condizioni del paziente, la centrale del 118 aveva attivato anche un’altra ambulanza, arrivata da Cascina da un’associazione che era di turno con il medico. È stato quindi predisposto - si tratta di un procedimento previsto dai protocolli del servizio - un rendez-vous tra le due ambulanze, che si è svolto nei pressi del cimitero di Cenaia, una zona da cui è facile raggiungere sia Pisa che Pontedera, anche se l’ospedale Lotti è certamente quello che dista un minor numero di chilometri.
Quando il pensionato ha lasciato casa sulla barella, era cosciente, ha salutato i familiari che lo hanno tranquillizzato: «Veniamo dietro l’ambulanza, non preoccuparti», questo il senso delle ultime parole scambiate con l’uomo.
Nessuno, dunque, poteva immaginare che la situazione sarebbe presto precipitata nella tragedia. Dopo il rendez-vous, durato alcuni minuti con il medico del 118 che valutava la situazione del paziente, l’ambulanza si è diretta a Pontedera ed è arrivata fino alla rotatoria. All’ingresso della città, a poche centinaia di metri di distanza dall’ospedale Lotti. Poi l’improvviso cambiamento di destinazione. Qualcosa potrebbe non avere funzionato nelle comunicazioni tra la centrale e il medico che era sull’ambulanza. Sta di fatto che il pensionato non è stato soccorso al Lotti, dove il personale del pronto soccorso era pronto ad accoglierlo. Una manovra inaspettata anche per i familiari che seguivano il pensionato con la propria auto: l’ambulanza ha imboccato di nuovo la superstrada ed è tornata indietro verso l’ospedale Santa Chiara. Intanto all’interno del mezzo di soccorso il 79enne stava sempre peggio, non respirava, la situazione si faceva disperata. Una vita se ne andava per sempre sotto gli occhi disperati degli stessi soccorritori. È probabile infatti che gli stessi membri dell’equipaggio si siano chiesti per quale ragione non dovevano portare l’uomo al Lotti quando ormai erano quasi arrivati a destinazione. Sembra che per prassi i soccorsi su Cenaia vengano dirottati all’ospedale di Pisa ma visto che in questo caso il medico dell’ambulanza aveva pensato di trasportare il paziente a Pontedera nessuno, al momento, sa spiegarsi le modalità del soccorso.
Al Santa Chiara la morte del pensionato non è passata inosservata. La salma è stata trasportata a medicina legale, il caso segnalato all’autorità giudiziaria. Il dubbio è che al pensionato potesse essere salvata la vita, anche se si trattava di un caso molto complesso.
Nei giorni successivi al decesso la polizia giudiziaria è stata alla centrale operativa del 118 e ha acquisito la scheda sanitaria del paziente. È stata aperta un’inchiesta della magistratura, come conferma anche la direzione sanitaria dell’Asl 5. Ed è stata aperta un’indagine interna da parte dell’Asl per capire l’eventuale catena delle responsabilità di un intervento di soccorso che chi conosce il servizio considera anomalo. L’indagine dovrà accertare se è stato fatto il possibile per salvare una vita.

Fonte:l'espresso

Mai più senza un soccorso

Non è solo il tallone d’achille della sanità calabrese o la grande scommessa della Regione. Il servizio di assistenza d’urgenza in Calabria - che secondo il Piano sanitario regionale mostra obsolescenza, diseconomicità e scarsa efficienza - è strutturalmente fragile. Così inaffidabile che in alcune Aziende sanitarie - sempre secondo il Psr - si assiste a una diffusione eccessiva del Pronto soccorso tale da non consentire qualità, efficienza nei turni, accoglienza e strutture adeguate, mentre in altre i degenti sono rispediti indietro per assenza di posti letto. A Franco Romeo, calabrese, direttore della cattedra e della scuola di specializzazione in Cardiologia presso l’Università romana di Tor Vergata - e già presidente della Commissione incaricata di valutare i curricula degli aspiranti manager delle Aziende sanitarie - il presidente Agazio Loiero e l’assessore Vincenzo Spaziante hanno concesso novanta giorni di tempo per riorganizzare «su basi di efficienza» la rete integrata regionale dell’assistenza e del soccorso d’urgenza. Il progetto sarà ufficialmente presentato nei dettagli il 28 febbraio, ma non ci sarà alcuna rivoluzione. Il professore Romeo, che si è avvalso della collaborazione del personale del dipartimento regionale della Salute, dei responsabili del 118, della dirigenza anche medica delle strutture aziendali e ospedaliere calabresi, si è ispirato a schemi già funzionanti in altre regioni, Lazio su tutte, verificando la presenza di alcuni requisti fondamentali. Buonsenso e razionalità, dunque, prima ancora che stravolgimento. Sarà creata una rete di trasmissione a distanza degli elettrocardiogrammi e soprattutto saranno stipulati specifici protocolli clinici sia per l’acquisizione che per la collocazione del degente. Il progetto seguirà i cinque suggerimenti contenuti nel Piano sanitario per chiudere a chiave nel baule del dimenticatoio l’attuale e inaffidabile rete delle emergenze: “L’attivazione del sistema di triage - è scritto nelle pagine del documento elaborato dall’ex assessore regionale alla Tutela della salute, Doris Lo Moro - con applicazione uniforme dei codici già identificati nella normativa vigente e informazione dell’utenza sui tempi di attesa stimati per i codici di minore urgenza; la creazione di posti letto dedicati all’osservazione breve intensiva, intesa come un’area, adiacente al pronto soccorso, nella quale i pazienti attendono la definizione diagnostica e sono sottoposti a ulteriore osservazione clinica, di norma per 24 ore; la presenza di posti letto di medicina d’urgenza, ai quali accedono pazienti a valenza internistica, che richiedano monitoraggio e stabilizzazione in fase acuta, approfondimento e definizione diagnostica nei casi non immediatamente attribuibili a una competenza specialistica e attività diagnostico-terapeutica nei casi con durata prevedibile della degenza non superiore di norma alle 72 ore; la previsione di percorsi alternativi al pronto soccorso, favorendo l’accesso alle strutture ambulatoriali specialistiche, anche territoriali, potenziate con l’eventuale partecipazione dei medici di medicina generale; il miglioramento della qualità dell’assistenza attraverso programmi di formazione specifica”.

Fonte:ildomanionline.it

martedì 29 gennaio 2008

Non ci sono ambulanze!!!

Bari – “Non ci sono ambulanze disponibili. Portate il ragazzo con un vostro mezzo all’ospedale più vicino”. E’ quanto si sono sentiti rispondere dal centralino del 118 i dirigenti di una squadra di 1° categoria del campionato pugliese, l'Avanti Delfini Altamura (Bari), dopo un grave infortunio di gioco accaduto a 12 minuti dalla fine dell'incontro casalingo a uno dei suoi calciatori Vincenzo Cifarelli, 20 anni, entrato in campo da 8 minuti.
Il ragazzo, dopo un contrasto, è svenuto per alcuni minuti, ed è stato rianimato in campo dai medici della squadra avversaria dell’Alberobello. Viste le condizioni del 20enne, che aveva difficoltà respiratorie, i vertici della società hanno provveduto immediatamente a chiamare il 118, ma dall’operatore è arrivata la risposta che mancavano le ambulanze. In tempi record è stata allestita un barella d’emergenza, costituita da un grosso tavolo di ferro. Quindi l’infortunato, sdraiato sull’improvvisata barella, è stato caricato nel portabagagli di una station wagon. Sul terreno di gioco l’unica ambulanza disponibile si è presentata dopo 20 minuti dalla richiesta in quanto precedentemente impegnata in un altro intervento. Ora il giovane si trova ricoverato nel reparto di rianimazione e sottoposto a un drenaggio per aspirare una bolla d’aria da un polmone.

Fonte:romagnaoggi.it

Lazio - Attivo il "114 Emergenza infanzia"


"114 Emergenza infanzia" dal 20 gennaio è attivo anche nel Lazio, Emilia Romagna e Piemonte. 114 Emergenza Infanzia è la linea telefonica gratuita per segnalare bambini e adolescenti in pericolo e a rischio. Il servizio permette anche di indicare ogni giorno contenuti illegali relativi a siti, chat-line, newsgroup, quotidiani, riviste, radio e televisione che possono mettere a disagio bambini e adolescenti. Continua...

lunedì 28 gennaio 2008

'Ndrangheta nella sanità in Calabria, 18 arresti

REGGIO CALABRIA (28 gennaio) - Nuovo terremoto nella politica e nella sanità calabrese. Politici, alti dirigenti sia dell'assessorato che di aziende sanitarie e medici sono finite o in carcere o ai domiciliari. In cella anche il consigliere regionale Domenico Crea, capogruppo della Dc di Rotondi, e Alessandro e Giuseppe Marcianò, padre e figlio, presunti responsabili dell'omicidio del vicepresidente del Consiglio della Calabria Francesco Fortugno, sono stati arrestati insieme ad altre 16 persone. Continua...

domenica 27 gennaio 2008

Bimbo morto in Calabria, l'autopsia non chiarisce

ROMA (26 gennaio) - E' di nuovo tempesta sulla sanità in Calabria dopo la morte l'altra notte nell'ospedale di Lamezia Terme, dove era stato trasferito da Vibo Valentia per l'arrossamento della faringe, del piccolo Giuseppe Staropoli, due anni. Lunedì a Vibo arriva il prefetto Achille Serra, presidente della Commissione nominata dal ministro Livia Turco e dal governatore Agazio Loiero per la verifica della qualità dell'assistenza sanitaria in Calabria. Intanto sul corpo di Giuseppe questa mattina è stata eseguita l'autopsia. Il medico legale, Massimo Rizzo, ha riferito ai magistrati sui primi rilievi, ma occorrerà tempo per capire. Le prime indiscrezioni parlano di «segni di un'infiammazione delle vie respiratorie assieme ad una malformazione cardiaca importante».Continua...

venerdì 11 gennaio 2008

Le nomine del Presidente Loiero

Reggio Calabria. Quattro direttori generali e un commissario straordinario: così la giunta Loiero ha sciolto i nodi della Sanità riguardo alle 5 Aziende sanitarie provinciali. E il quadro generale vede qualche fedelissimo, alcune conferme e scelte che somigliano a “sfide” … mentre Reggio e i reggini giocheranno un ruolo di primo piano.

L’unica Azienda per ora priva di un top manager è quella di Reggio Calabria: qui arriverà in qualità di commissario il dirigente regionale ed ex dg di Palmi Giustino Ranieri, anche perché agli atavici problemi si somma la difficile fusione con l’Asl di Locri, da tempo commissariata per mafia. Il sidernese Domenico Staltari andrà all’Asp di Vibo Valentia: i riflettori dei media saranno ben piantati sul suo operato, dopo il clamore per le morti di Federica Monteleone ed Eva Ruscio.

Un reggino, Pietro Morabito, è confermato nel ruolo di top manager a Catanzaro, dove fin qui era stato reggente, per , incassando pure l’apprezzamento dell’Ugl. A Cosenza, il Governatore Loiero ha piazzato un suo fedelissimo, Franco Petramala. E per Crotone, dopo la controversa gestione Schael, un altro arrivo da fuori Calabria: il neomanager è Andrea Guerzoni, in arrivo da Modena.

Queste le decisioni dell’esecutivo regionale, dopo che i 600 aspiranti avevano subito una prima scrematura a 58 candidature da parte dei tre “saggi” Franco Romeo, Antonio Viscomi ed Ennio Apicella. , ha commentato il viceGovernatore Enzo Spaziante, chiarendo che grande attenzione sarà tributata alla tematica del controllo. Ma l’Udc, a partire dal segretario regionale Franco Talarico, confuta con veemenza nomine con cui Loiero avrebbe anteposto.

Fonte reggiotv.it

mercoledì 9 gennaio 2008

Reparto codici bianchi

Addio lunghe code in pronto soccorso. Il San Carlo cerca di tagliarle aprendo un pronto soccorso per i casi non urgenti. Si tratta del terzo in Italia e sarà accessibile pagando un ticket. Un pagamento che del resto è già previsto per i pazienti indicati come codici bianchi: quei pazienti che non necessitano di un trattamento ospedaliero. Casi cosiddetti impropri che comportano un allungamento delle code, soprattutto nei fine settimana, nei giorni festivi e negli orari in cui sono chiusi gli studi dei medici di famiglia. Accessi inadeguati che sono tutt’altro che indolori. Causano, infatti, ingorghi in pronto soccorso mal sopportati dai pazienti da codice bianco che devono stazionare per ore sorpassati dagli altri pazienti, quelli gravissimi da codice rosso, quelli gravi da codice giallo e quelli da codice verde. Anche questi, per i quali non è previsto il pagamento del ticket, potrebbero essere dirottati nel pronto soccorso per casi non urgenti.
Tutto dipende dall’entità dei codici bianchi, al momento è allo studio il flusso dei pazienti. Ci si sta dedicando il neo direttore generale Antonio Mobilia in carica dall’inizio dell'anno, dopo essere stato per anni a capo dell’Asl «Città di Milano», che finalmente ha accolto la richiesta d’aprire un pronto soccorso parallelo dal direttore del dipartimento Emergenza ed accettazione Maurizio Marzegalli che per anni ha provato a proporre ai precedenti direttori generali. E tempo un mese sarà allestito il nuovo pronto soccorso parallelo, giusto il tempo di provvedere all’aspetto più difficile: quello di reperire il personale necessario. Peccato perché già ora ce ne sarebbe tanto bisogno.
Basti pensare come dichiara il primario: «Arriviamo a 230-250 accessi al giorno. In questo periodo superiamo sempre i 200 di media del resto dell'anno». E la conferma arriva dal piano di controllo del 118 che anche ieri ha registrato il tutto esaurito all’ospedale di via Pio II. L’annotazione riguardante l’area internistica non dava luogo a dubbi: elevato afflusso d’utenza, posti non disponibili.

Fonte Il Giornale.it

Mancano gli infermieri:a caccia nell'Est Europeo

A.A.A. Infermieri cercansi. Disperatamente. Secondo i dati raccolti dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) in Italia ce ne sono appena 5,4 ogni mille abitanti: la metà (o quasi) di quelli attivi in Inghilterra e Germania, rispettivamente, 9,1 e 9,7 per mille; e, addirittura, un terzo rispetto a quelli presenti in Irlanda. A lanciare l’allarme è stata, a più riprese, anche l’Ipasvi, la federazione nazionale a cui fanno capo i 342mila infermieri che operano nelle strutture pubbliche e private nazionali. «Per colmare le lacune ne servirebbero almeno 30mila» taglia corto il presidente Annalisa Silvestro. Ma perché si raggiungano standard ottimali, azzarda, bisognerebbe sfiorare quota 90mila. Con una particolarità: la sola Lombardia ne potrebbe assorbire 12mila.
L’emergenza è tale che, già nel 2005, il governo autorizzò, con un decreto, la riassunzione dei pensionati, o, ancora, il pagamento, con tariffe da liberi professionisti, delle prestazioni extra-orario di chi è di ruolo. Quest’anno il ministero della Salute ha siglato un accordo con le università perché aumentino i posti disponibili nelle facoltà di scienze infermieristiche. Ma tant’è: la situazione resta critica. E la via d’uscita sembra una sola: reclutare «camici bianchi» stranieri.
È sempre l’Ipasvi a fornire i dati: sarebbero già in 20mila gli infermieri nati al di fuori dei confini nazionali attivi tra le corsie di ospedali, ospizi e case di cura italiane. Con tassi di penetrazione, in alcuni casi, anche del 15-20% sul totale organico. Anche perché, proprio a causa della carenza cronica di questo tipo di figure professionali, la legge 189/2002 ha consentito loro l’ingresso nel Paese per motivi di lavoro al di fuori delle quote previste dai singoli decreti flussi. Unico obbligo: far riconoscere i propri titoli di studio dal ministero della Salute. «Che si tratti o meno di persone già residenti in Italia la pratica richiede, in media, 4-6 mesi» racconta Luca Casadio, business manager della divisione Medical Speciality dell’agenzia per il lavoro Randstad. «Per i cittadini comunitari, però, basta qualche settimana».

Fonte Il Giornale.it

martedì 8 gennaio 2008

Un nuovo elisoccorso per le emergenze

CATANZARO — L’elisoccorso di Cosenza diventerà regionale. Lo rende noto un comunicato della Regione Calabria. «Con la nuova gara che sta curando il dipartimento alla Sanità - è scritto nella nota - sarà sanata una anomalia nata dal fatto che il servizio, il primo in Calabria, pur sostenuto finanziariamente dal 2003 dall’Azienda sanitaria di Cosenza, è stato attivato e ha continuato a operare sulla base di un contratto stipulato quasi dieci anni fa dal Comune di Cosenza con la società Ikarus di Villa San Giovanni, capofila di una associazione temporanea di imprese di cui ha fatto parte anche Elilario». Il servizio di elisoccorso che ha base nel Comune di Montalto Uffugo, prosegue la nota, «ha sempre operato in maniera autonoma, anche quando la Regione ha istituito il servizio con una sola eliambulanza con base a Lamezia, diventate due quando l’assessore dell’epoca decise di istituire una nuova postazione a Locri.............Continua

Ricoverate per mesi,hanno studiato via internet

L’esperienza di tre giovanissime accolte alla pediatria di San Daniele in condizioni critiche

Il ricovero in contemporanea di tre quattordicenni per oltre tre mesi in un reparto di pediatria, con timori per il loro stato di salute e l’angoscia dei genitori, è già sufficiente a dare la dimensione, anche qui da noi, del fenomeno-anoressia. Al centro di Neuropsichia dell’infanzia e dell’adolescenza del Gervasutta è un’emergenza presente, e seguita, da diverso tempo. E che purtroppo vede numeri crescenti anno dopo anno, come illustra la responsabile dell’unità operativa, Silvana Cremaschi..................Continua

domenica 6 gennaio 2008

Chi è Franco Romeo

Nascere a Fiumara nel 1950 non è il viatico più agevole per chi “da grande” farà lo scienziato.
Eppure, per chi sceglie di non fermare davanti a nulla il proprio percorso di crescita culturale, professionale una via c’è.
C’è sempre una via, da seguire, meglio da perseguire giorno dopo giorno.
Uno dei maggiori esperti mondiali di cardiologia interventistica, Franco Romeo, da Fiumara di Muro, consegue sul finire degli anni ’60 la maturità.....Continua

45 minuti per l'arrivo di un' ambulanza dopo incidente

(AGI) - Vasto (Chieti), 4 gen. - Oltre 45 minuti per l’arrivo dell’ambulanza. Tanto ha dovuto attendere ieri pomeriggio, prima di essere soccorso, un uomo accasciatosi per strada al quartiere San Paolo a Vasto (Chieti), colpito da un dolore lancinante alla schiena dopo essere stato investito da un’auto. E’ quanto denuncia in una nota Andrea Bischia, presidente dell’Istituzione dei Servizi Sociali.
“L’uomo - afferma Bischia - e’ rimasto li’, sul ciglio della strada, tre quarti d’ora, in attesa dell’ambulanza, giunta da San Salvo (Chieti) perche’ l’unica disponibile dell’ospedale di Vasto era gia’ impegnata in altro servizio. Il freddo era pungente e la distanza dal nosocomio minima, ma non si e’ potuto intervenire per non pregiudicarne le condizioni di salute. Di fronte a questo episodio - dice Bischia - chiedo alla Asl di Lanciano-Vasto di impegnarsi affinche’ queste situazioni non si verifichino piu’, e si provveda in tempi celeri al potenziamento del servizio. Non e’ pensabile che, di fronte ad una richiesta come quella fatta dal sottoscritto, ci si senta rispondere dal servizio d’emergenza che bisognava attendere l’arrivo di un’autolettiga da San Salvo, perche’ Vasto e’ ormai una realta’ con 40 mila persone residenti”.

venerdì 4 gennaio 2008

Sanità,4 ore in attesa di un posto letto,anziano muore a Vibo

Vibo Valentia, 3 gen. (Apcom) - Morto per broncopolmonite dopo essere rimasto quattro ore su una barella dell'ospedale di Vibo Valentia ad aspettare invano un posto letto. Il fatto è accaduto il 26 dicembre scorso ma i familiari del defunto, Orazio Maccarone, 80 anni, di San Calogero (Vibo Valentia) hanno deciso di raccontarlo soltanto adesso, ad esequie avvenute.

Il figlio di Maccarone, Michele, ha reso noto di aver trasportato l'anziano, già in grave crisi respiratoria a causa di una bronchite cronica, all'ospedale di Vibo Valentia. Lì, però, è rimasto tutto il tempo nel reparto di pronto soccorso perché non c'erano posti disponibili né in cardiologia, né in medicina interna né in rianimazione. I medici hanno chiesto la disponibilità per il ricovero negli ospedali di Gioia Tauro, Reggio Calabria, Lamezia Terme, Catanzaro e Cosenza, ricevendo però risposte negative.

Alle 18.30 dello stesso giorno, ai parenti dell'uomo è stata comunicata la disponibilità di un posto letto nell'ospedale di Tropea (Vibo Valentia) e quindi Maccarone è stato caricato su un'ambulanza. A Tropea, però, non è mai arrivato. Vedendolo moribondo, la figlia ha chiesto all'autista dell'ambulanza di dirigersi verso casa loro, a San Calogero, dove l'uomo è spirato.

Nell'ospedale di Vibo Valentia attualmente 13 reparti non possono effettuare ricoveri a causa della misura applicata dall'Azienda sanitaria locale per consentire alcuni adeguamenti strutturali. Ciò in seguito alla relazione dei carabinieri del Nas dello scorso dicembre, che ispezionarono l'ospedale subito dopo la morte della 16enne Eva Ruscio

giovedì 3 gennaio 2008

Elisoccorso

L'altro ieri tornando a lavoro ho trovato un fax in cui c'era scritto che il servizio elisoccorso di Cosenza veniva soppresso mentre si aggiungeva una nuova base a Catanzaro.Ovviamente tutti noi siamo rimasti esterrefatti visto la vastità del territorio di Cosenza ma,conoscendo quelli di Catanzaro che pur di avere veto su rutto e tutti non stanno a gurdare niente,ci siamo chiesti :perchè non chiamiamo i colleghi di Cosenza per capirci qualcosa di più?E così abbiamo fatto;il collega elicotterista di CS ci ha spiegato un pochino la situazione e abbiamo verificato che in effeti è come poc'anzi detto,in effetti..................Giorno 31.12.2007 vi è stato un vertice che ..............

(ANSA) - CATANZARO, 31 DIC - Il servizio di elisoccorso di base a Montalto Uffugo non sara' interrotto, assicura il vicepresidente della Regione Calabria, Spaziante. Il problema del mantenimento del servizio e' stato esaminato in un vertice nella sede dell'Assessorato regionale alla Salute presieduto da Spaziante, anche nella veste di commissario per l'emergenza sanitaria in Calabria.