martedì 5 febbraio 2008

Ambulanza dirottata:il paziente muore

PONTEDERA. L’ambulanza, partita da Cenaia dov’era intervenuta su una emergenza, era quasi arrivata all’ospedale Lotti a Pontedera quando dalla centrale del 118 (che ha sede proprio al Lotti) qualcuno ha chiesto all’equipaggio e al medico di cambiare direzione: dovevano trasportare il paziente, 79 anni, colpito da infarto, all’ospedale di Pisa. Una decisione che potrebbe essere stata fatale per il pensionato: è morto durante il tragitto verso il Santa Chiara. Inutili i soccorsi dei medici dell’ospedale pisano.
Una notte che i familiari del pensionato non potranno dimenticare e una morte che lascia aperti molti interrogativi sul soccorso che è stato prestato all’uomo, il quale aveva già avuto un infarto in passato. Il lungo intervento di emergenza, iniziato alle 3.30 della notte tra lunedì e martedì scorsi, è ora al centro delle indagini della Procura di Pisa e di una inchiesta interna, aperta dall’Azienda sanitaria, per valutare la dinamica dei fatti.
Il pensionato (del quale non indichiamo il nome su richiesta della vedova) si è sentito improvvisamente male. Quella notte l’uomo si è vegliato, sentiva che non riusciva a respirare bene. Ha chiesto aiuto ai familiari che immediatamente hanno telefonato al 118.
Sul posto è stata inviata un’ambulanza di tipo B, cioè un’ordinaria senza medico per valutare le condizioni del pensionato, colto dall’improvviso malore. Viste le condizioni del paziente, la centrale del 118 aveva attivato anche un’altra ambulanza, arrivata da Cascina da un’associazione che era di turno con il medico. È stato quindi predisposto - si tratta di un procedimento previsto dai protocolli del servizio - un rendez-vous tra le due ambulanze, che si è svolto nei pressi del cimitero di Cenaia, una zona da cui è facile raggiungere sia Pisa che Pontedera, anche se l’ospedale Lotti è certamente quello che dista un minor numero di chilometri.
Quando il pensionato ha lasciato casa sulla barella, era cosciente, ha salutato i familiari che lo hanno tranquillizzato: «Veniamo dietro l’ambulanza, non preoccuparti», questo il senso delle ultime parole scambiate con l’uomo.
Nessuno, dunque, poteva immaginare che la situazione sarebbe presto precipitata nella tragedia. Dopo il rendez-vous, durato alcuni minuti con il medico del 118 che valutava la situazione del paziente, l’ambulanza si è diretta a Pontedera ed è arrivata fino alla rotatoria. All’ingresso della città, a poche centinaia di metri di distanza dall’ospedale Lotti. Poi l’improvviso cambiamento di destinazione. Qualcosa potrebbe non avere funzionato nelle comunicazioni tra la centrale e il medico che era sull’ambulanza. Sta di fatto che il pensionato non è stato soccorso al Lotti, dove il personale del pronto soccorso era pronto ad accoglierlo. Una manovra inaspettata anche per i familiari che seguivano il pensionato con la propria auto: l’ambulanza ha imboccato di nuovo la superstrada ed è tornata indietro verso l’ospedale Santa Chiara. Intanto all’interno del mezzo di soccorso il 79enne stava sempre peggio, non respirava, la situazione si faceva disperata. Una vita se ne andava per sempre sotto gli occhi disperati degli stessi soccorritori. È probabile infatti che gli stessi membri dell’equipaggio si siano chiesti per quale ragione non dovevano portare l’uomo al Lotti quando ormai erano quasi arrivati a destinazione. Sembra che per prassi i soccorsi su Cenaia vengano dirottati all’ospedale di Pisa ma visto che in questo caso il medico dell’ambulanza aveva pensato di trasportare il paziente a Pontedera nessuno, al momento, sa spiegarsi le modalità del soccorso.
Al Santa Chiara la morte del pensionato non è passata inosservata. La salma è stata trasportata a medicina legale, il caso segnalato all’autorità giudiziaria. Il dubbio è che al pensionato potesse essere salvata la vita, anche se si trattava di un caso molto complesso.
Nei giorni successivi al decesso la polizia giudiziaria è stata alla centrale operativa del 118 e ha acquisito la scheda sanitaria del paziente. È stata aperta un’inchiesta della magistratura, come conferma anche la direzione sanitaria dell’Asl 5. Ed è stata aperta un’indagine interna da parte dell’Asl per capire l’eventuale catena delle responsabilità di un intervento di soccorso che chi conosce il servizio considera anomalo. L’indagine dovrà accertare se è stato fatto il possibile per salvare una vita.

Fonte:l'espresso

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