martedì 5 febbraio 2008

Mai più senza un soccorso

Non è solo il tallone d’achille della sanità calabrese o la grande scommessa della Regione. Il servizio di assistenza d’urgenza in Calabria - che secondo il Piano sanitario regionale mostra obsolescenza, diseconomicità e scarsa efficienza - è strutturalmente fragile. Così inaffidabile che in alcune Aziende sanitarie - sempre secondo il Psr - si assiste a una diffusione eccessiva del Pronto soccorso tale da non consentire qualità, efficienza nei turni, accoglienza e strutture adeguate, mentre in altre i degenti sono rispediti indietro per assenza di posti letto. A Franco Romeo, calabrese, direttore della cattedra e della scuola di specializzazione in Cardiologia presso l’Università romana di Tor Vergata - e già presidente della Commissione incaricata di valutare i curricula degli aspiranti manager delle Aziende sanitarie - il presidente Agazio Loiero e l’assessore Vincenzo Spaziante hanno concesso novanta giorni di tempo per riorganizzare «su basi di efficienza» la rete integrata regionale dell’assistenza e del soccorso d’urgenza. Il progetto sarà ufficialmente presentato nei dettagli il 28 febbraio, ma non ci sarà alcuna rivoluzione. Il professore Romeo, che si è avvalso della collaborazione del personale del dipartimento regionale della Salute, dei responsabili del 118, della dirigenza anche medica delle strutture aziendali e ospedaliere calabresi, si è ispirato a schemi già funzionanti in altre regioni, Lazio su tutte, verificando la presenza di alcuni requisti fondamentali. Buonsenso e razionalità, dunque, prima ancora che stravolgimento. Sarà creata una rete di trasmissione a distanza degli elettrocardiogrammi e soprattutto saranno stipulati specifici protocolli clinici sia per l’acquisizione che per la collocazione del degente. Il progetto seguirà i cinque suggerimenti contenuti nel Piano sanitario per chiudere a chiave nel baule del dimenticatoio l’attuale e inaffidabile rete delle emergenze: “L’attivazione del sistema di triage - è scritto nelle pagine del documento elaborato dall’ex assessore regionale alla Tutela della salute, Doris Lo Moro - con applicazione uniforme dei codici già identificati nella normativa vigente e informazione dell’utenza sui tempi di attesa stimati per i codici di minore urgenza; la creazione di posti letto dedicati all’osservazione breve intensiva, intesa come un’area, adiacente al pronto soccorso, nella quale i pazienti attendono la definizione diagnostica e sono sottoposti a ulteriore osservazione clinica, di norma per 24 ore; la presenza di posti letto di medicina d’urgenza, ai quali accedono pazienti a valenza internistica, che richiedano monitoraggio e stabilizzazione in fase acuta, approfondimento e definizione diagnostica nei casi non immediatamente attribuibili a una competenza specialistica e attività diagnostico-terapeutica nei casi con durata prevedibile della degenza non superiore di norma alle 72 ore; la previsione di percorsi alternativi al pronto soccorso, favorendo l’accesso alle strutture ambulatoriali specialistiche, anche territoriali, potenziate con l’eventuale partecipazione dei medici di medicina generale; il miglioramento della qualità dell’assistenza attraverso programmi di formazione specifica”.

Fonte:ildomanionline.it

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